“Articulate Better!”
Ho ancora nelle orecchie l’invito del mio mentore Jozef Frucek a spiegare meglio le carte del discorso in modo da renderle visibili al mio interlocutore, e così mostrargli tutta la rappresentazione del territorio che sto cercando di condividere con lui. Quando non ho voglia o possibilità di farlo, meglio fermarmi, tacere, imparare o trovare un’occasione o un argomento per cui valga la pena svolgere il lavoro necessario ad onorare a dovere il tema, le persone cui mi rivolgo e quelle di cui parlo.
Rendere interessante un discorso, fare in modo che le persone che seguono siano coinvolte nelle immagini, nella forma e nel contenuto di ciò che stiamo cercando di trasmettere, richiede lavoro, richiede coscienza di come utilizzare al meglio il canale che ci viene concesso, Comprensione di chi c’è di fronte, la capacità di navigare il tema in molte direzioni.
Richiede Disponibilità ad aprirsi. Nulla che non sia vicino alla nostra essenza, a ciò che ci sta a cuore, a quello che sentiamo forte dentro può svegliare la nostra vera e potente voce.
La conoscenza dei temi, del territorio in cui ci si muove è scontata, altrimenti non si avrebbe la fortuna di avere una platea con cui comunicare, tuttavia se non vogliamo “parlare” ma coinvolgere, smuovere, sollecitare l’azione e stimolare il cambiamento, la conoscenza da sola non è sufficiente.
Se le spezie non sono dosate accuratamente, non si arriva ad assaggiare la parte sostanziosa della pietanza; a volte basta annusarla da lontano per esserne repulsi. Analogamente a volte basta la prima sillaba di un discorso per far fuggire l’attenzione di chi ascolta, anche inconsciamente per far bollare come inutile, distante, inconsistente, insipido, impreparato, approssimativo, superficiale il discorso e chi lo ha preparato e lo propone.
Si dice sempre che il jogo de capoeira è come un dialogo. Per essere fluenti in quel linguaggio a sufficienza da utilizzare le parole giuste al momento giusto per creare qualcosa che va oltre alzare la gamba, che va oltre segnare i punti, ma che possa lasciare qualcosa a chiunque lo veda, anche solo un sorriso o un sopracciglio alzato, c’è bisogno esattamente di quello che è necessario per un discorso che ti rapisca.
Comprensione, Conoscenza, Disponibilità.
Colui che non è capace di rendersi disponibile e accessibile al dialogo, per quanto duro possa essere, chi non si preoccupa di comprendere ciò che muove il corpo con cui sta giocando, la voce di chi canta e l’occhio di chi guarda, tenderà sempre a enfatizzare il ruolo della conoscenza.
Dovere di chi invece capisce, comprende ed è disponibile, è quello di costruirsi la conoscenza necessaria a sbucciare il frutto, a distinguere tutti i sapori, a costruire un poema che davvero agisca sul mondo in modo positivo, convincere la Sirena ad insegnargli un po’ della sua arte.
MARINHEIRO
“Musica, movimenti, relazioni, strumenti e possibilità di espressione si intrecciano nella capoeira. Non lasciamoli inutilizzati.”